In uscita il libro di Gino Cecchettin sulla morte di sua figlia Giulia: Vittorio Feltri ha commentato il fatto in modo molto duro.
Sta facendo discutere la scelta di Gino Cecchettin, padre della povera Giulia, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, di far uscire un libro che possa essere di insegnamento per i ragazzi e, in generale, per la società. A storcere il naso su tale decisione, anche Vittorio Feltri che nell’ultimo editoriale per Il Giornale non le ha certo mandate a dire.
Vittorio Feltri e il libro di Gino Cecchettin
Come sempre gli capita nei suoi editoriali per Il Giornale, Feltri ha risposto ad un utente che era rimasto colpito dalla decisione del padre della compianta Giulia Cecchettin di scrivere un libro intitolato ‘Cara Giulia’.
Il pensiero del giornalista si comprende fin da subito nel titolo scelto per il suo editoriale: “Giulia, dal dolore alle librerie”.
Secondo Feltri ci sono alcune puntualizzazioni da fare. In primis sulle tempistiche. Il giornalista ha sottolineato come, per far uscire un libro, serva tempo: “Innanzitutto, questo libro, al pari di qualsiasi altro, deve essere stato pensato, meditato, poi scritto, proposto, letto, revisionato, editato, operazioni lunghe e complesse che richiedono tempi che in questo caso sono stati bruciati, come se si intendesse astutamente cavalcare l’eco mediatica che tale fatto di cronaca ha prodotto. La sofferenza di questa famiglia forse viene sfruttata dalla prima ora, ma diciamo pure che questa stessa famiglia è bravissima a fare in modo che la propria sofferenza venga sfruttata. Non si sottrae, tutt’altro, puntualizzando però sempre che lo si fa per nobili ed elevatissime finalità”.
Feltri ha poi posto alcuni dubbi sulla motivazione dietro l’opera spiegando come Gino Cecchettin pretenda quasi di voler “spiegarci in qualità di esperto (ma non si sa di cosa, forse di cavi e fili) il patriarcato, la cultura della sottomissione della donna”.
L’affondo su Gino Cecchettin
Ma il vero commento durissimo alla scelta di far uscire il libro su Giulia Cecchettin arriva nella parte conclusiva dell’editoriale.
In questo senso Feltri ha sottolineato, precisando di non voler “risultare pungente” come Gino Cecchettin non abbia, di fatto, le competenze per un libro di questa portata e di come l’uomo si sia mosso tra tv e interviste varie.
“Preciso: non nego né mi permetterei mai di giudicare, come ho già avuto modo di specificare in altre occasioni, il dolore e la modalità di elaborarlo e viverlo di questa famiglia. Ma ritengo anche che gran parte degli italiani ne abbia abbastanza delle lezioncine sul patriarcato impartite dalla sinistra e dai personaggi che la sinistra utilizza per fare propaganda politica”.
Infine, Feltri, non negando l’esistenza di forme di patriarcato in Italia, ha aggiunto: “[…] Quante corbellerie da Elena e Gino! E ora, a marzo, arriva forse la raccolta completa, piena di stereotipi, luoghi comuni, pregiudizi, banalità. Sarà probabilmente altro fango lanciato addosso ai giovani come te, colpevoli di essere maschi con l’aggravante di essere bianchi e italiani”.
E rivolgendosi all’utente a cui sta rispondendo, il giornalista ha completato il suo pensiero: “Gli idioti costituiscono un pericolo. In particolare quando c’è gente disposta ad applaudirli ad ogni cazzata che sparano”.